La Serbia produce annualmente circa 100.000 tonnellate di rifiuti pericolosi. Le aziende che si occupano della gestione dei rifiuti, ne organizzano la racolta, il trasporto e lo stoccaggio ma riescono a trattare solo 60.000 tonnellate di rifiuti, lasciando di fatto la gran parte dei rifiuti dispersa nell’ambiente.
Al momento in Serbia rimane circa un quinto dei rifiuti trattati in quanto, a causa della mancanza di capacità finanziarie, i rifiuiti non possono essere esportati all’estero per il processo dello smaltimento finale.
Il Fondo verde, istituito l’inizio di quest’anno, dovrebbe contribuire al finanziamento di progetti ambientali e fornire un sistema stabile di finanziamento per il trattamento dei rifiuti pericolosi. La maggior parte di questi rifiuti è di provenienza industriale – olio motore, pneumatici, batterie, apparecchi elettronici ed elettrici, che dopo la loro vita diventano rifiuti pericolosi che poi, a condizioni assai rigorose, vengono esporati verso i paesi dell’UE, dove vengono ulteriormente trattati in apposti stabilimenti.
Tale principio è stato applicato da tutti i paesi dell’UE, mentre il costo della distruzione dei rifiuti va a carico dell’inquinatore stesso in ogni paese.
I nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti pericolosi sono necessari perché secondo la direttiva europea in materia si prevede che a partire dal 2020 non possa più essere possibile esportare le sostanze pericolose semitrattate. Questo significa che la Serbia nei prossimi tre anni dovrà costruire diversi impianti per il trattamento completo dei rifiuti pericolosi.
Fonte:Novosti