Confindustria Serbia ha preso parte quest’anno al Kopaonik Business Forum, tradizionalmente organizzato dall’Associazione degli Economisti della Serbia, che quest’anno si è svolto dal 3 al 6 marzo a Kopaonik, con il tema centrale: “Nuovo contesto globale: sfide di un futuro incerto“.
Nell’ambito del Forum, l’OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ha organizzato un panel sui partenariati per la mobilità delle competenze quale acceleratore delle economie della Serbia e dei Balcani occidentali, moderato da Goran Svilanović, dove sono intervenuti: Romano Rossi, vicepresidente di Confindustria Serbia, Donatella Bradić coordinatrice regionale e capo missione OIM Serbia, Darija Kisić Tepavčević, ministro per la Famiglia e la Demografia e Saša Aćić, direttore dell’Unione dei datori di lavoro della Republika Srpska (Bosnia ed Erzegovina).
La discussione si è incentrata sulle ambiziose strategie di mobilità per delineare il futuro dell’occupazione nei Balcani occidentali.
Il panel è servito da piattaforma per trasmettere un importante messaggio sul potenziale trasformativo della migrazione e sul suo impatto sulla crescita economica.
Dal punto di vista del datore di lavoro, Romano Rossi, vicepresidente di Confindustria Serbia, ha evidenziato sia i vantaggi che e svantaggi dell’impiego della manodopera straniera rispetto ai lavoratori locali: Rossi ha sottolineato che, attualmente, i costi di assunzione della manodopera locale sono inferiori rispetto ai costi dei lavoratori stranieri a causa di numerose restrizioni e che le migrazioni economiche hanno la tendenza di essere fuggenti, aggiungendo che esistono anche gli abusi da parte di datori di lavoro e intermediari, che devono essere affrontati sistematicamente.
“Una delle soluzioni è investire in modo significativo e sistematico nella forza lavoro locale, incoraggiando un approccio lungimirante attraverso la formazione del personale per sviluppare le competenze necessarie, promovendo cosi la fedeltà dei dipendenti a lungo termine”, ha concluso il dott. Rossi.
Nel corso del panel si è anche discusso se la Serbia e i Balcani occidentali siano pronti ad assorbire più manodopera straniera, in termini di un quadro giuridico adeguato, procedure di immigrazione e processi amministrativi per l’assunzione di lavoratori migranti, nonché l’adeguamento delle politiche necessarie.
Infine, i panelist hanno concluso che un approccio integrato e coordinato da parte delle autorità, che coinvolga diversi settori, è essenziale per creare un sistema che consenta una maggiore applicazione delle strategie di mobilità nei Balcani occidentali.