Le prospettive di rafforzamento della collaborazione fra Italia e Serbia nel campo delle tecnologie avanzate per l’automazione industriale e la robotica sono state al centro del quarto incontro annuale che l’Italian-Serbian Collaboration Platform (Iscp) ha tenuto lo scorso giovedì (18 maggio) a Belgrado.
La conferenza – organizzata tra gli altri dall’Associazione italiana di automazione e meccatronica – AIDAM, dall’Associazione degli scienziati italiani e serbi, da Confindustria Serbia, dalla Camera di commercio serba, dall’Ufficio Ice di Belgrado, dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, dall’Università di Belgrado, e con il supporto del Ministero degli esteri, del governo serbo e dell’Ambasciata d’Italia in Serbia – si è svolta nell’ambito delle attività della Fiera internazionale della tecnologia in corso nella capitale serba, e ha visto la partecipazione di studiosi, esperti in campo ingegneristico, industriale e dell’automazione, sia italiani che serbi. Ad aprire i lavori, insieme al viceministro serbo dell’istruzione, scienza e sviluppo tecnologico Vladimir Popovic, è stato l’ambasciatore d’Italia a Belgrado Giuseppe Manzo.
“Lavorare insieme verso l’Industria 4.0” – questo il titolo della riunione, alla quale è intervenuta fra gli altri Maria Chiara Carrozza, già ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel governo di Enrico Letta, e che è professore universitario di bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
“Ho illustrato il programma di Industria 4.0 e di sviluppo della robotica in Italia. Vorremmo sostenere anche in Serbia il programma di Industria 4.0”, ha detto Carrozza all’Ansa. “La fruttuosa collaborazione fra Italia e Serbia in questo campo dura da quattro anni e ha già prodotto progetti concreti di ricerca sostenuti dal ministero degli esteri”, ha aggiunto sottolineando come lo stato della ricerca in Serbia sia “molto alto”. Maria Chiara Carrozza ha anche incontrato il ministro dell’istruzione serbo Mladen Sarcevic, con il quale ha parlato di progetti e linee di sviluppo comuni. Fonte: Ansa